[Segnalazione]: Margot di Monika M.

Cari astrolettori,
sono qui per presentarvi questo libro.
Margot
Margot:
Indispensabile per la Santa Inquisizione era convincere i fedeli della reale esistenza delle streghe , come avrebbero potuto accusare chi non esisteva? In questo contesto storico nasce la protagonista del romanzo , figura nata dalla mia fantasia , ma che potrebbe esser esistita realmente perché reali sono i fatti che la circondano . In un epoca in cui l'accusa di eresia era diffusa più del pane ,alcune donne si­ convinsero di esser streghe. Esser erboriste o levatrici era già indizio di col­pa nella Germania del 1600 sconvolta dai roghi della Santa Inquisizione . La protagonista del romanzo è una bambina che si scontra sin dalla nascita con le superstizioni e convinzioni che la Chiesa divulgava ,infestando così povere menti che vivevano nel terrore del Maligno . L'accusa di eresia sfiorerà l'esistenza di Margot sconvolgendola a tal punto da indurla a giurar che sì, ella sarebbe stata una strega !, qualunque cosa quella parola volesse dire . Ignara si addentrerà così in un mondo parallelo che segretamente sopravviveva al controllo della Chiesa.I personaggi del romanzo ,che ruotano attorno alla protagonista , costituiscono il ritratto dei diversi destini che attendono colore che avranno l'impudenza di esser ribelli o semplicemente sciocchi . Margot imporrà a sè stessa come unica colpa,per cui finire sul rogo un giorno , la conoscenza , quel sapere che la Chiesa proibiva ,assieme ai tomi ritenuti pericolosi .Nulla sarà ordinario per lei neanche l'amore ,rivolto verso colui che veste i panni di chi potrebbe un giorno ucciderla...


INFO:
Autore : Monika M.
Titolo romanzo : Margot
Casa editrice : Eretica Edizioni
Anno : 2015
categoria : Romanzo storico
pag: 214
Ambientazione : Germania , Anno Domini 1592
Contatti : monikamscrittrice.wix.com/autrice


Monika M.

Nata a Roma nel 1976 .

Molti mi chiedono perché io usi uno pseudonimo , ebbene ,credo che per esser totalmente sinceri
nella scrittura non ci si debba curar del giudizio altrui con una maschera la mente si libera da
inutili fardelli ,inoltre credo si debba legger senza preoccuparsi di CHI dice , quanto del COSA ....

Scrivo perché la mia anima da sempre è intrappolata in ambientazioni di epoca Vittoriana , in romanzi
le cui pagine sono ancora intrise di passione e desiderio ed è lì con la mia scrittura che amo tornare ,
se il mondo me ne priva , la mia fantasia se ne impossessa ribelle , ancora ed ancora ....

Amo il Medioevo tanto quanto il Rinascimento ... la luce può esser percepita unicamente a contrasto con l'oscurità .
Non bramate di conoscermi , ho un caratteraccio , armatura indispensabile per anime fragili .



Primo capitolo del romanzo in dono per chi volesse assaporarne le atmosfere .....


L’ALBA DEI SUOI OCCHI

1592 Bayern

Il vapore umido saturava l’aria mentre il debole fuoco al centro della stanza scoppiettava pigro non molto lontano dal dolore urlato dalla donna.
I rumori provenienti dall’ esterno narravano di una pioggia fitta, incessante, che andava infanga il mondo. Le grida della donna, seduta sul marcio
sgabello di legno, maledicevano il nervoso marito che, all’esterno della casa, attendeva il pianto della nuova vita che la moglie gli avrebbe donato,
nuovamente. Sorpreso il contadino mormorava una preghiera che credeva di non sapere, volta a chiedere gli venisse donato il bramato erede maschio.
Mani nodose ed aride si sfregano nervosamente mentre con voce severa l'uomo sgridava le due figlie che giocano, indifferenti al dolore della madre,
impastando il fango da terra raccolto come creta da plasmare in un sudicio gioco.

- Si! un maschio, un maschio ci vuole in questa casa di contadini! - bisbigliò con la disperazione nel cuore, quale benedizione sarebbe stata ,
ma una strana atmosfera regnava in casa da giorni, segni di sventura si susseguivano gettando i loro semplici cuori nel terrore e nello sconforto.
Veloce si fece il segno della croce e cupo attese che il fato decretasse la sua fortuna o sventura. Finalmente con l’ennesima spinta, che la fece
tremare fino alle viscere, la donna riuscì ad espellere il piccolo corpo che da mesi ospitava, sperando lo sgabello non cedesse proprio in quel momento,
mentre sfinita si appoggiava alla levatrice che per tutto il tempo, instancabile, le aveva sostenuto la schiena, incoraggiandola.

Un forte odore di muffa accolse il suo pianto, una povera stanza scura e spoglia i suoi occhi verde smeraldo che attenti già tutto guardavano.
Mamma e figlia si fissarono. Lo sguardo deluso e spaventato della donna che, ancora sofferente per le fatiche del parto, respingeva da se e dal
nutrimento del suo seno , disconoscendola, quella creatura così diversa dalle due precedenti figlie . Quei capelli, tanti, lunghi e neri e quegli
occhi enormi già aperti così attenti che tutto seguivano e comprendevano, erano senza dubbio segni che le donne timorose del Maligno conoscono bene.

- Subito, te ne devi disfare subito... - mormorò la levatrice fuggendo spaventata, senza rivendicare neppure il suo compenso che avrebbe portato a lei
sventura per aver aiutato a nascere un figlio del demonio.

L’uomo passeggiava nervosamente attorno al giaciglio tenendo disperatamente la testa tra le mani, scuotendola nervosamente, pensando a come
disfarsi di quella disgrazia generata nella sua casa. Non aveva neanche il coraggio di guardarla, conoscendo i poteri di quegli esseri maledetti,
temendo potesse prendere il sopravvento sulla sua mente e manipolarlo salvandosi dalla sorte avversa che la attendeva. La avvolse in un panno lercio di
sangue trovato a terra vicino al letto e senza guardarla la gettò maldestramente in un cesto di vimini usato per portare in casa il carbone

- Affiderò quel corpicino al bosco, i lupi sazieranno i loro stomaci vuotati dal freddo inverno con morsi voraci e feroci e se sarà fortunata non avrà
neanche tempo di soffrire. - annunciò infine guardando rabbiosamente la moglie che riteneva colpevole di tale abominio.

Le imposte sbattevano violentate dalla tempesta che fuori imperversava, con cuore gonfio di terrore l'uomo pensò fosse giunta la fine del mondo. Uscì
lesto per compiere ciò che non poteva esser rimandato, sfidando il temporale. Sentì le braccia tremare al pensiero del destino che attende quel fragile
fagottino, ma con rabbia si ordinò di non aver pietà e di farlo in fretta, che la sua volontà già vacillava dominata da quell’essere immondo. La gelida
pioggia alimentava ancor più quei brividi che gli scuotevano violentemente il corpo, brividi di repulsione per quel che stava facendo, - sangue del mio
sangue! - pensò mentre avvertiva che il cuor suo si paralizzava dal dolore come divenisse di duro granito. Senza voltarsi lasciò tra le radici di un’antica
quercia la cesta muta, che impotente attende il suo destino ormai segnato. Come una gigantesca ombra i torrioni di Rothenburg dominavano l'orizzonte annacquato dalla pioggia incessante e con rabbia il contadino pensò, guardandola, che i signori che al sicuro di quelle mura vivevano non dovevano certo preoccuparsi di simili sventure, mestamente tornò alla sua misera capanna, Dio non aveva ascoltato la sua preghiera, ed accettando la misera condizione che gli era stata riservata sentenziò

- Sia fatta la Tua volontà! -


Che ne pensate?

Buone letture!

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